La nuova esperienza offerta dal Polo Museale di Erice ai suoi visitatori è una multiproiezione a parete e pavimento, accompagnata da una colonna sonora che traghetta lo spettatore in un tempo remoto e un mito ancora attuale.
Ricostruzioni 3D, riprese con drone ed effetti grafici si susseguono per mettere in scena storia e leggenda di un culto antichissimo: quello per una dea della fecondità, generatrice e protettrice della navigazione, venerata fin dai tempi della popolazione locale degli Elimi.
Dietro i tratti di questa antica divinità i colonizzatori Fenici, Greci e Romani riconoscevano le loro Astarte, Tanit, Afrodite e Venere e il santuario ericino, posto sulla sommità del monte di Erice (laddove oggi sorge la fortezza normanna nota come “Castello di Venere”), imponeva la sosta a chi solcava quel tratto di mare Mediterraneo, fedeli di diverse etnie che si scoprivano simili nel culto per questo archetipo femminile.
I Romani, in particolare, caldeggiarono la venerazione per la dea, che il mito collegava alla fondazione di Roma, e ne portarono il culto anche nell’Urbe con il nome di “Venere Ericina”. Anche qui, come a Erice, il rito era caratterizzato dalla pratica delle prostituzione sacra: le ierodule, sacerdotesse della dea, si univano ai fedeli in cambio di offerte per il tempio.
Tramite l’esperienza immersiva vengono tratteggiate la storia del santuario, del tempio (tuttora oggetto di scavi e studi) e viene evocata, attraverso le immagini di luoghi e reperti, la ricchezza culturale di un culto misterioso e seducente.
Grazie al racconto immersivo, la visita al borgo e al castello si arricchiscono di un fascino ulteriore, che affonda le sue radici in un remoto - e unificante - mito mediterraneo.
Per info sulle aperture del museo: https://fondazioneericearte.org/polo-museale-a-cordici/